
La barbatella
La comparsa di queste tre malattie causò una vera e propria rivoluzione in viticoltura, che non si basò più sulle norme colturali tramandate di padre in figlio, ma sulle scoperte scientifiche della biologia e della chimica.
Anche in Friuli Venezia Giulia si ebbero i primi focolai di fillossera nella seconda metà dell’800. La soluzione al problema arrivò dalla Francia, con un innesto tra l’apparato radicale delle viti americane e l’apparato aereo delle viti europee. Questa tecnica vivaistica consentì alle viti di resistere all’insetto, portando fin da subito il Friuli e in particolare la provincia di Pordenone nelle prime posizioni tra i produttori mondiali di barbatelle. Dal 1930 venne istituito a Rauscedo il più grande complesso vivaistico-viticolo del mondo che si distinse soprattutto per la qualità del prodotto.
La produzione ormai da diversi anni ha superato i 60 milioni di barbatelle e copre tutti le aree vitivinicole del mondo con quasi 30 paesi acquirenti.