Pinzano al Tagliamento si trova nella fascia pedemontana del Friuli Occidentale, nella Media Val Tagliamento e confina con due delle più belle e significative valli dell’alto pordenonese: a ovest con la Val Cosa famosa per la sua Cipolla Rosa, presidio Slow Food e a nord est con la Val d’Arzino, di particolare bellezza paesaggistica e naturalistica grazie alle sue cascate cristalline, pozze d’acque balneabili e boschi incontaminati.
Il comune conta circa 1549 abitanti e dista 43 km da Pordenone e 32 km da Udine. Inoltre la sua posizione geografica, di importanza strategica in passato, rappresenta oggi un grande valore turistico per chi proviene o vuole raggiungere l’Austria (a soli 90 km) e la Slovenia (soltanto a 60 km). Nelle immediate vicinanze inoltre si può visitare il borgo medievale di Spilimbergo (a 10 km) famoso per la Scuola Mosaicisti del Friuli o il borgo medievale di San Daniele del Friuli a soli 9 km, conosciuto in tutto il mondo per il prestigioso Prosciutto di San Daniele. A 22 km soltanto sorge un’altra importante cittadina: Maniago con le sue Coltellerie storiche è l’emblema dell’arte fabbrile friulana.
Il territorio comprende ben 10 frazioni: Valeriano, Borgo Ampiano, Borgo Mizzari, Manazzons, Pradaldon, Campeis, Cja Ronc, Colle, Pontaiba e Costabeorchia.
Numerosi ritrovamenti archeologici confermano la presenza umana a Pinzano al Tagliamento fin dall’età preistorica: un esempio tra tutti è costituito da reperti risalenti all’età del bronzo, a Pontaiba, tra cui una punta di freccia in selce custodita a Lestans, nel museo archeologico di villa Savorgnan. In seguito, intorno alla metà del primo millennio a.C. si iniziarono ad insediare i Celti, i quali a loro volta subirono la conquista romana.
I toponimi Pinzano, Valeriano e molto probabilmente anche Ampiano sono di origine prediale latina, ovvero indicano il nome dei coloni romani a cui questi villaggi con i relativi terreni agricoli furono concessi.
In seguito al declino dell’impero romano, il Friuli subì numerose invasioni barbariche fino alla conquista dei Longobardi, che si insediarono stabilmente e fecero di Cividale la capitale del Ducato del Friuli. Alla caduta di quest’ultimo la regione divenne prima Marca del Sacro Romano Impero, quindi Patria del Friuli sotto giurisdizione del Patriarcato di Aquileia. È proprio a questo periodo che risale il più antico documento in cui compaia un Signore di Pinzano: nel 1134 il notabile in questione è Ermanno di Pinzano (Herman de Pinzano). I Signori di Pinzano vengono annoverati fra i “liberi feudatari”, ovvero coloro che possiedono una sufficiente importanza ed autonomia per essere direttamente investiti dall’autorità imperiale. Fra il 1352 e il 1354 il castello passò alla famiglia dei Savorgnan, tra le più ricche ed influenti del Friuli, che in seguito entrò in possesso anche dei beni della giurisdizione pinzanese e installò a Pinzano l’ufficio giurisdizionale del proprio feudo. L’iniziale fedeltà al Patriarca di Francesco Savorgnan si tramutò nel giro di qualche decennio in un orientamento dei rapporti della famiglia verso Venezia, che in quel periodo stava accrescendo la propria importanza politica e militare. Nel 1420 Venezia invase il Friuli, ponendo fine al Patriarcato di Aquileia ed instaurando un dominio che sarebbe terminato solo nel 1797.
Le opere d’arte medievale di Pinzano al Tagliamento e delle sue frazioni sono molto ancora numerose e si posso ammirare nelle chiese e per le strade del paese.
Dopo il fulgido periodo veneziano, il Friuli cambiò diverse dominazioni e sulla stretta di Pinzano passò anche Napoleone, episodio che celebrato da una colonna commemorativa chiamata appunto “napoleonica”, posta a Valeriano. Nell’Ottocento le condizioni di vita erano povere e l’economia di sussistenza fondata quasi esclusivamente sull’agricoltura, non bastava a sostenere le famiglie pinzanesi. Molti dovettero emigrare all’estero. La situazione migliorò agli inizi del Novecento con la costruzione del ponte e poi della ferrovia Casarsa-Gemona.
Pinzano fu fortemente coinvolta in entrambe le due guerre mondiali. E nel dopoguerra, un altro evento drammatico mise in ginocchio il paese: il terremoto del 1976. La scossa di maggio fece nel comune 14 morti, rase al suolo 77 case. Dieci anni dopo la ricostruzione era già stata completata, comportando cambiamenti anche notevoli nell’aspetto dei paesi e soprattutto della piazza del capoluogo.
Pinzano al Tagliamento e Ronco Margherita sono fortemente legati alla tradizione friulana della coltivazione della Barbatella, poiché proprio in quella che è l’attuale sede della nostra azienda intraprese l’attività vitivinicola Ruggero Forti, presidente per 25 anni dei Vivai Cooperativi di Rauscedo.